Per pochi giorni, dal 12 al 16 gennaio, il Teatro della Cooperativa ospita le bravissime Lucia Vasini ed Emanuela Villagrossi in una pièce molto particolare, scritta da Livia Grossi, una giornalista del Corriere della Sera che nel 1995 è stata in Albania per realizzare un reportage sulla condizione della donna.
Questo spettacolo nasce da alcune interviste, scelte per i contenuti davvero impressionanti ma sempre profondamente autentici e così diversi da qualsiasi cosa abbia a che fare con la nostra vita ordinaria. Tutto ciò serve a riflettere sulla nostra condizione e a fare un parallelo su quanto in Italia, e in generale nel resto d’Europa, il modello maschile sia ancora l'unico ‘abito da indossare’ per poter essere rispettate sul lavoro, in casa e per strada.
DIVENTARE UOMO - Frammenti estremi di donne albanesi nasce dall’idea di Livia Grossi ma si è sviluppato come drammaturgia grazie alla collaborazione di Maria Arena e Laura Facchi, che hanno lavorato in tre differenti direzioni per raccontarci una figura di donna che a fatica s’inserisce nell’odierna Albania, ma che ne rispecchia fedelmente la storia e la tradizione patriarcale.
Secondo la cultura più tradizionalista e secondo un’antica legge del Canun, risalente a circa il 1400, una donna che abita nelle montagne a nord di Skutari e che ha visto morire ammazzati, dalla faida o meno, tutti i suoi maschi, può riscattare i propri diritti e la dignità della sua famiglia solo in un modo: diventando un uomo. Questo è possibile soltanto se la donna è vergine e decide di rinunciare per sempre a diventare moglie e madre.
Il cambio d'identità consiste nel vestirsi, pensare e comportarsi da uomo. Una volta riconquistata la voce in capitolo, entra a far parte della comunità maschile e dunque viene legittimato il suo potere e ha la possibilità, se desidera, di impartire l’ordine di uccidere. Livia Grossi aveva intervistato anche una di queste donne, oggi per fortuna sempre più rare.
L’uomo e la donna in Albania sono realtà distinte, come in ogni altro Paese del mondo, tranne che per chi ha dovuto scavalcare i confini biologici cercando un modo per sopravvivere. La musica originale è scritta ed eseguita da Gaetano Liguori, un grande professionista e tra i massimi esperti di jazz, a dimostrazione della cura e dell’attenzione dedicata a questa operazione teatrale.